
Perché qualcosa ci eccita più di altre? No, non
cerchiamo la risposta data dalla fisiologia o dalla biologia, ma quella che
solo la psicologia può dare per capire come mai ci sono situazioni e oggetti in
grado non solo di attirare particolarmente la nostra attenzione, ma anche di
suscitare fantasie da far perdere la testa.
Accade anche che certe tipologie di desiderio non
siano ritenute convenzionali – sebbene occorra sempre chiedersi chi abbia
stabilito dove stia la “normalità”- e che le persone che le provano si trovino
in forte disagio non già a parlarne con gli altri, ma anche solo a capire come
mai accade proprio a loro e da cosa nasca il tutto. Il risultato è sentirsi, a
volte, frustrati e non compresi.
In una certa misura, è comprensibile e, del resto, non
siamo nemmeno tenuti a parlare per forza agli altri dei nostri desideri
sessuali, ma la non comprensione di certi meccanismi psicologici può persino
portare alcuni a non vivere in modo adeguato e sano la propria sessualità.
È così che ci si avventura nel mondo del kinky: letteralmente, eccentrico, riferito alla sessualità e
al desiderio sessuale. Un bellissimo termine che negli ultimi anni sta
prendendo sempre più piede per sostituirsi alla ben più negativa accezione di
“feticismo” che ormai sembrava far riferimento solo a qualcosa di sporco e
cattivo. Con il kinky, invece, tutte le forme di sessualità meno convenzionali
e più originali, tutte le forme di sessualità di cui siamo capaci, acquistano
più onore e entrano quasi a far parte di un movimento erotico-culturale che,
anziché nasconderli, esalta e dona spazio alle fantasie e ai feticci sessuali.
Feticci sessuali e kinky
Un feticcio
sessuale è un desiderio o una fantasia sessuale verso un oggetto molto
specifico, dove per oggetto non se ne
intende solo uno inanimato, ma anche una persona, una parte di essa, una
categoria di persone o un tipo di relazione. Alla base del feticcio non c’è una
mera eccitazione sessuale, ma un’attivazione prima di tutto sensuale: alcuni
oggetti sono più sexy di altri.
Ogni cosa può diventare un feticcio, in un momento in
cui nemmeno lo si aspettava. Spesso tutto inizia in infanzia o adolescenza, o
almeno allora ci si accorge per le prime volte di un particolare interesse
verso qualcosa che stuzzica in modo particolare le fantasie erotiche in modo
del tutto involontario e, soprattutto, non intenzionale.
Agli inizi, scoprire che si ha un feticcio sessuale
può far paura e far vergognare: si tratta di attrazione verso la quale non si
ha controllo e si è portati a credere che si sia i soli al mondo ad averla, una
cosa che non verrebbe mai accettata dagli altri che non la provano.
Invece, nulla di più sbagliato: dagli studi di
psicologia sessuale è emerso che ben due persone su tre sono attratti da una
forma di feticcio. Alcuni sono molto comuni, come il desiderio di essere
sottomessi o di dominare qualcuno. Altri sono molto rari, come ad esempio un
interesse sessuale per gli oggetti meccanici, ma non per questo più “gravi” o
“strani” di altri. Quando si tratta di interessi sessuali, l'unico vero limite
è l'immaginazione.
In quest’ottica, il feticcio inteso come desiderio
comune verso qualcosa di altro rientra perfettamente nella filosofia kinky:
diverso, ma non strano.
Parlare dei feticismi agli altri
Il passo più difficile che segue la scoperta dei
propri kinky è quello di condividere la cosa con qualcun altro: mentre nel
desiderio classico, sin da bambini, è semplice comunicare che ci piace
qualcuno, specie quando socialmente approvato (come al maschietto che piace la
femminuccia), alle prese con i primi feticci si sperimenta anche il desiderio
contrastante di volerlo dire a qualcuno ma di avere vergogna nel farlo.
Per fortuna, negli ultimi decenni, internet è venuto
in grande soccorso al problema, dando ampio spazio a luoghi sicuri in cui
parlare dei propri feticci e anche conoscere altre persone che li condividono.
Addirittura, internet ha anche permesso la diffusione del concetto stesso di
kinky, sdoganando moltissimi tabù sessuali. Del resto, nel momento in cui
scopri che nel mondo ci sono non solo altri singoli, ma intere comunità che
provano attrazione per il tuo stesso oggetto, questo non appare più come così
unico e da tenere nascosto.
Il passaggio successivo nella comunicazione del proprio feticcio è quello di farlo con il partner
con cui si condividono sentimenti e sessualità: nel sesso, infatti, il feticcio
trova la sua massima espressione in quanto oggetto di eccitazione e non parlarne
al partner è praticamente impossibile, perché vorrebbe dire celare una parte
importante di sé e di cosa eccita. In questo articolo
sono state affrontate alcune questioni specifiche del parlare dei propri
feticismi con il partner.
Dopo aver condiviso i propri desideri, gli scenari
sono molteplici: quello che fa più paura è il caso in cui il partner non
condivida il kinky specifico – del resto, l’abbiamo anche specificato, si
tratta di attrazioni incontrollabili-. In questo caso ci si può dedicare ad altre
forme di sesso che sia comunque soddisfacente per tutti e due, si può negoziare
una via di mezzo che si avvicini un po’ all’inclusione del feticcio, oppure,
nel peggiore dei casi, si può chiudere la relazione, soprattutto quando fare a
meno della libera espressione del proprio kinky pare non essere affatto
possibile.
Non vergognarsi dei propri kinky
Nella filosofia kinky non c’è spazio per chi vuole
definire cosa sia giusto e sbagliato nelle proprie attrazioni erotiche: tutti
sperimentano il desiderio in modo diverso e gli unici feticci sbagliati sono
quelli che non tengono conto del consenso altrui o sono illegali. Con un
processo di normalizzazione del
feticismo, si sta tentando di sviluppare un ambiente esterno che sia
confortevole e che si rifletta anche nelle singole relazioni a due, di modo che
sia facile parlarsi senza avere timori.
Le coppie che già hanno sviluppato una buona base di
fiducia reciproca sono quelle che più facilmente si adattano all’ingresso in
coppia di un desiderio o di una pratica kinky, il che fa pensare che, laddove
invece ci sono delle difficoltà, lavorare sulla fiducia sia la chiave di
svolta. È solo in un ambiente che si percepisce senza giudizi e critiche che ci
si sente davvero liberi di esplorare le proprie fantasie sessuali.
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